Ebrei, Islamici e Cristiani |
Scritto da Editore VOPUS | |
Vari secoli fa si ruppe l'equilibrio esistente tra queste tre Culture in città tanto rappresentative come Toledo, Cordoba o Granada. Quando si visitano queste tre città, l’influenza delle tre Culture si nota negli edifici, nei monumenti e perfino nei costumi e nelle persone.
Questo succede quando si visita Cordoba, dove incontriamo l'incantesimo della moschea, il ghetto e la Fortezza dei Re Cristiani. In questa città, tutto o quasi tutto è intriso della sua passata storia e per poco che l'immaginazione voli, ci trasporta a una Cordoba dove gli spiriti illustri di Averroè, Moimónides o Alfonso X consigliavano una convivenza e un rispetto reciproco tra le tre culture che riempivano l’universo; e non si può smettere di pensare alle assurdità che si sono cristallizzate nel mondo attuale da quelle relazioni, vissute secondo criteri e modalità di vita che difendevano così insigni pensatori. Il fiume Guadalquivir scorre lungo tutta la città lasciando praticamente da un lato, tutto il nucleo urbano e dall'altro il Campo della Verità, dove si erge superba la Torre di Cala-horra, in altri tempi torre di difesa della città, che attualmente è un museo dedicato alle 3 Culture e in cui si ripercorrono con straordinaria perizia il panorama etico e filosofico, sul quale si sosteneva il suddetto equilibrio culturale. Possiamo dilettarci in questo Museo Interattivo immaginando Averroè che parla attraverso il tempo a noi, alunni privilegiati del maestro, che ci dice: “Mi chiedete sempre che vi spieghi quello che ha detto Aristotele sul sapere delle cose terrene, ma non mi chiedete mai sulle questioni definitive: da dove veniamo?, dove andiamo?, la Creazione e, soprattutto, la finalità ed il senso della vita"... "Oggi, come sempre, la nostra filosofia non servirebbe a niente se non sapessimo unire queste tre cose che io ho cercato di unificare nel mio libro, “L'Armonia tra Scienza e Religione"... "Una Scienza, fondata sull'esperienza e sulla logica, necessaria per scoprire le cause dei fenomeni"... "Una Saggezza che rifletta sugli obiettivi di ogni ricerca scientifica affinché questa contribuisca a rendere la nostra vita più bella"... “Ed una Rivelazione, quella del nostro Corano. Poiché unicamente mediante la Rivelazione potremo conoscere gli scopi ultimi della nostra vita e della nostra storia"... “Le donne mi domandano: E che cosa per noi?”... “Le donne hanno gli stessi fini ultimi degli uomini; il Corano solo fa una distinzione: tra coloro che, uomini e donne, cercano la Legge di Dio e quelli che non si preoccupano di essa. Non c'è nessuna altra gerarchia tra gli esseri umani. Tuttavia voi, gli uomini, considerate le donne come piante che si cercano esclusivamente per i loro frutti, per la procreazione; le trasformate in una cosa differente, in domestiche. Queste sono le vostre abitudini e non hanno niente a che vedere con l'Islam”... “Mi chiedete anche dei Re della terra ed io vi dico che il Profeta ci ha insegnato che non c'è guerra più sacra che dire la verità ad un dirigente ingiusto. Il tiranno è il più schiavo degli uomini, è consegnato alle sue passioni dai suoi stessi cortigiani ed ai suoi terrori per paura del suo popolo”... “Quale sarà allora la migliore società?, mi domandate. Quella nella quale si dia ad ogni donna, ad ogni bambino e ad ogni uomo i mezzi per sviluppare tutte le possibilità che Dio gli ha dato”... “Quali saranno le condizioni di una siffatta società? Una tale società sarà libera e, pertanto, gradevole a Dio quando in essa nessuno agisca né per paura del Principe, né per paura dell'Inferno, né per desiderio di una ricompensa cortigiana, né del Paradiso”... “Comprendiamo questo poiché è un insegnamento frequente nel Corano, quello che bisogna fare è lo sforzo di riflettere ciascuno da sé stesso..., Dio ha insufflato nell'uomo il suo Spirito, facciamolo vivere davvero in ogni uomo!”... Maimónide (1135-1204) assiste attento ai giudizi di questi postulati di Averroè, conosciuto anche come Ibn Rush, ed aggiunge: “Se per Ibn Rush, il Libro Sacro non è il nostro Torah, bensì il Corano, ambedue siamo d’ accordo nelle relazioni che esistono tra "Ragione e Rivelazione”. Entrambe sono manifestazioni dell'unica Verità Divina. Ci sarà contraddizione solo se noi ci atteniamo ad una lettura letterale delle scritture dimenticando il loro significato eterno”... “Io ho dato nella mia "Guida per i Perplessi” le regole di questa lettura allegorica che ha presenti i dati della storia”... "Questi Principi Eterni, la mia esperienza di giurista mi ha insegnato che si riducono solo a quattro. E così li troverete nel mio commento alla Mishna, la nostra tradizione Ebrea"... “PRIMO: L'individuo può svilupparsi solo in una società sana, nella quale i doveri si considerino prima che i diritti”... “SECONDO: La finalità di ogni società fedele a Dio deve essere lo sviluppo dell'uomo, non della ricchezza. L'uomo progredisce quando sviluppa il ragionamento in tutta la sua pienezza, un ragionamento che ha coscienza dei suoi limiti e postulati. La Ragione così praticata testimonia la presenza di Dio nell'uomo”... “TERZO: La ragione dell'uomo non è più che una partecipazione nella Ragione di Dio che ci sovrasta infinitamente. E può diventare effettiva solo se accettiamo ed accogliamo la profezia biblica. E”... “QUARTO: Ogni nuovo ciclo della storia comincia solo quando un profeta, come Mosè, discende fino al popolo per proporgli nuove leggi"... “Perché questi vani pensieri tra i popoli? Perché i re della Terra si ribellano contro l'Eterno e contro il suo Unto. Rompiamo i loro legami, liberiamoci dalle loro catene”... Lo spirito del re Alfonso X, “Il Saggio” (1221-1284), ascolta in silenziosa attesa questi due grandi Saggi e terminato il suo insegnamento non può di più che esprimere: “Non sono più che l'ombra di un re, il quale si chiamava in un altro tempo "Alfonso X, Il Saggio", ma il Papa ed i miei propri vassalli mi deposero nel 1282. Probabilmente i miei sogni erano troppo grandiosi per quel secolo. Eravamo, tuttavia, sull'orlo di un gran risveglio. Io avevo avuto la fortuna, nella mia gioventù, di essere educato a Toledo, dove il Vescovo Raimondo ed i suoi Traduttori Cristiani ed Ebrei mi avevano iniziato alla Cultura dell'Islam. Feci tradurre in latino il Corano ed il Talmud”... “Guarda ciò che fu l'atto glorioso del mio periodo di regno: creare a Murcia, col filosofo Mohammed Al-Riquti, la prima scuola del mondo dove erano istruiti, contemporaneamente, Cristiani, Ebrei e Mussulmani”... “A Siviglia imposi che si insegnassero le due lingue colte del mio tempo: L'Arabo ed il Latino”... “In una delle mie cantiche così esprimo questo intimo desiderio:” “Oh, Cristo mio, possiate accogliere il Cristiano, l'Ebreo e il Musulmano, poiché la loro fede è rivolta a Dio”... “Nelle mie leggi, come nei miei discorsi, non dimentico mai che gli increduli sono del nostro stesso sangue e natura”... “I miei giuristi possono con orgoglio leggervi i miei codici:” “Dato che la Sinagoga è casa dove si glorifica il nome del Signore, facciamo in modo che nessun Cristiano abbia l'audacia di distruggerla, né di portar via niente da essa, né di prendere cosa alcuna con la forza”... “E con rispetto per i Musulmani:” “Lasciate costoro vivere tra i Cristiani conservando la propria fede e non insultando la nostra”... “Sì, nel tempo del mio regno, mediante lo sforzo saggio delle nostre tre Religioni, la nostra Spagna del Secolo XIII convocava tutta l'Europa ad un autentico rinascimento, ciò che si poteva fare non contro Dio, bensì con Dio”... Quando ascoltiamo tanta e tanto abbondante Saggezza in ognuna delle 3 Culture, nessuno può immaginare dove essa sia finita ora che l'intolleranza si manifesta giorno per giorno ed è oggetto di notizia quotidiana; quando lo scontro culturale è rumore di sangue e fuoco e le differenze, invece di ridursi per i multipli sistemi odierni di comunicazione e dialogo, si ingrandiscono e separano come se si trattasse della notte e del giorno. Ma siamo speranzosi che questa ingiustizia e sofferenza servano per levigare ed ingrandire la "sacra pietra" che si dovrà incastonare nel luminoso filo della Divinità e che un giorno, speriamo non molto lontano, possiamo intonare il canto di Ibn Al'Arabi, tutti in coro, tutti uniti: “Il mio cuore si è fatto capace di rivestire tutte le forme, è prateria per le gazzelle e convento per il cristiano, tempio per gli idoli e pellegrino verso la Kaaba, le tavole della Torah ed il libro del Corano. La mia religione è quella dell'Amore, dove desidero che si incammini la carovana dell'Amore, lì vanno il mio cuore e la mia fede.” Abbandoniamo Cordoba avendo la sensazione di essere stati nel portico dell'Università Cosmica poiché le sue pietre, la sua cultura, la sua storia, la sua bellezza, ci ricreano con opere che trascendono la superficialità umana e ci fanno pensare e sentire; e come viaggiatori universali accorriamo alla chiamata. Chiamata che ogni uomo ritarda giorno dopo giorno, ma dalla quale, paradossalmente e come se si trattasse della propria ombra, non può allontanarsi. Questa chiamata è il confronto con sé stesso, lo sguardo interno, la prova da superare che ogni individuo ha come crocevia intima. E in un atto di responsabilità massima noi ci diciamo con grande forza verso il nostro interno: non più fughe! Se il Golgota è il nostro destino che si faccia secondo la sua volontà... |
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