Eliminando i fattori dell'inquietudine, raggiungeremo la piena tranquillità. Solo il cuore tranquillo può arrivare all'illuminazione e l'onniscienza.
Quando il Bodhisattva arriva all'illuminazione, si prepara per l'onniscienza.
Non è possibile arrivare all'onniscienza se prima non si impara a vivere tra l’ASSOLUTO E IL RELATIVO, TRA L’IMMUTABILE E IL MUTABILE.
Quelli che hanno passato oltre il Vuoto Illuminatore e la relatività della vita, sperimentano quello che si chiama TALITÀ.
La TALITÀ è la Gran Realtà della vita libera nel suo movimento. Solo chi può sperimentare-a volontà-la TALITÀ, riceve il dono dell'onniscienza, (la conoscenza assoluta).
Nessuno potrebbe arrivare all'onniscienza senza aver raggiunto la vera realtà del cuore tranquillo...
La Gran Annichilazione Buddista è urgente, necessaria, inevitabile. Dobbiamo morire in tutti i livelli della mente e passare oltre il Vuoto Illuminatore e la relatività esistenziale dell'Universo.
Diventa inevitabile realizzare, dentro se stessi, quello che si chiama TALITÀ.
La TALITÀ è la Gran Realtà, oltre la perversità e la santità.
Nel seno della TALITÀ, oltre la perversità e la santità, non potrebbero esistere mai i santi. Nella TALITÀ non c'è niente che possa chiamarsi SANTO.
La Gran Realtà è la Gran Realtà, la TALITÀ. I santi ed i perversi girano dentro la Ruota del Samsara e per ciò stanno molto lontano dalla TALITÀ.
L'aggregato psichico dell’ auto-merito ci fa nascere nei cieli o nella terra nuovamente. L'aggregato psichico dell'auto-merito ci allontana dalla TALITÀ.
Noi non abbiamo mai meriti reali, perché chi realizza ogni opera vera è il Padre.
Il primo principio della Dottrina Gnostica è la TALITÀ o GRAN REALTÀ.
SVILUPPO DEL TEMA
Parliamo ora di PARAMARTHA. Gli Yogascharya interpretano questo termine sanscrito a modo loro; pensano che questo dipende da altre cose, cioè, da PARATANTRA. Ognuno è libero di pensare come vuole.
I MADHYAMIKAS dicono, enfaticamente, che PARAMARTHA è limitato esclusivamente a PARANISHPANNA, o perfezione assoluta.
È indiscutibile che i primi credono e sostengono che in questa Valle del Samsara esiste solo SAMVRITI-SATYA, la verità relativa; è indiscutibile che i secondi insegnano l'esistenza di RAMARTHASATYA, la verità assoluta."
SAMAEL AUN WEOR, “Il Mio Ritorno in Tíbet”, Capitolo 25.
“ASSOLUTO” e “RELATIVO” sono due termini che nel mondo orientale e nell'occidentale hanno suscitato terribili controversie intellettuali, ardue polemiche che alla fine non portano a niente, eccetto creare parti inconciliabili. Come segnala il V.M Samael Aun Weor nel suo libro "La Grande Ribellione", “due menti, severamente disciplinate dentro ferree strutture intellettuali, discutendo tra sé o polemizzando su tale o quale realtà, credono ognuna nell'esattezza del suo proprio concetto e nella falsità del concetto altrui”. E dopo domanda il Maestro: “Quale di esse ha la ragione?, chi potrebbe, onestamente, dare garanzie per uno o l’altro caso?, in quale di esse il concetto e la realtà risultano uguali?”
Il fatto è che, a causa delle opinioni contrarie, il mondo è diviso in due grandi gruppi: i materialisti e gli spiritualisti (si veda la conferenza del V.M Samael intitolata “Spiritualismo, Materialismo e Dialettica”).
Per i seguaci del materialismo dialettico tutto è relativo, ed in base a questa premessa di Logica Formale affermano che niente può trascendere questa stessa "relatività" che la cosa assoluta è inesistente", mentre nel terreno dello spiritualismo, con le sue diverse forme, i gerarchi stabiliscono "dogmi di fede" che devono essere accettati in qualità di "verità assolute" e perfino "indiscutibili", pena la "scomunica".
Curiosamente, dentro lo spiritualismo alla fine del secolo XIX e all’inizio del secolo XX, anche le organizzazioni pseudo-esoteriste hanno impiantato dogmi con carattere “assoluto”, determinante e concludente, com’ è il caso del dogma dell'evoluzione, copiato dallo scientifismo materialista e trapiantato alle dottrine che trattano del possibile sviluppo interno dell'uomo.
In questo intricato labirinto delle opinioni, tanto quelli della sinistra o materialista come quelli della destra o spiritualisti sono credenti e perfino empirici, ma mai scientifici o conoscitori per esperienza diretta di quello che espongono con tanto "rigore logico."
La Gnosi di tutti i tempi, quella che ha insegnato sempre come raggiungere l'apertura della Mente Interiore per potere pensare con vera libertà, senza dogmatismi di nessuna specie afferma che “l’Assoluto sì esiste” e che “è la causa-causorum e origine reale della gran macchina della relatività, cioè, dell'Infinito Universo con le sue differenti dimensioni e la varia gamma di fenomeni che si processano in lui".
Gli orientali chiamano “Paratantra” il mondo fenomenico dove tutto è duale e relativo, sottomesso a cambiamenti o trasformazioni incessanti, ma quello che comunemente ignora il pensiero religioso e scientifico è che oltre a questa dualità meccanica esiste una terza forza che riconcilia i contrari, questa è: una terza forza neutralizzante che ci permette di arrivare alla comprensione del "sì" e del "no", del giorno e della notte, della luce e delle tenebre, della vita e della morte, di Dio e del Diavolo, ecc., fino ad arrivare per questa via alla radice stessa, alle cause prime del dualismo.
Questa terza forza, alla quale ci stiamo riferendo, è il "TAO", è la Coscienza Superlativa dell'Essere, il Centro di un Circolo Magico da dove possiamo evadere i confronti logici della destra e sinistra del Pendolo mediante la comprensione.
Utilizzando le capacità investigative del suo proprio Essere, il Maestro Samael Aun Weor investigò nei vecchi testi segreti della saggezza orientale e nella sua opera il “Mio Ritorno in Tíbet” ci dice la cosa seguente (Capitolo 1, “Le Sette Eternità”):
“Lo Spazio Astratto Assoluto è la causa-causorum di tutto quello che è, è stato e sarà. Lo Spazio profondo e felice è, certamente, l'Incomprensibile Seidad, la mistica radice ineffabile dei sette cosmi, l'origine misteriosa di tutto quello che conosciamo come Spirito, Materia, universi, soli, mondi, ecc. Questo, Divinale, lo Spazio della Felicità, è una tremenda realtà oltre l'Universo e gli Dei"... "Questo non ha alcuna dimensione e in realtà è ciò che è, ciò che sempre è stato e ciò che sempre sarà; è la vita che palpita intensamente in ogni atomo ed in ogni Sole”...
Prosegue il V.M. Samael nel suo scritto dicendoci che
“Quello -l'Assoluto- è la radice dello Spirito e della Materia, ma non è l'uno né l’ altra. Quello trascende le leggi del Numero, Misura e Peso, lato per lato, quantità, qualità, avanti, dietro, sopra, sotto, ecc. Quello è ciò che ha realtà oltre il pensiero, del verbo e dell'atto; Quello non è del Tempo e sta oltre il silenzio e il suono e gli uditi per percepirlo; Quella è la cosa Immutabile in profondo astrazione divinale, luce che non è stata mai creata da nessun Dio né da nessun Uomo; Quello è quello che non ha nome”.
Più avanti il Maestro spiega qual è “la prima differenziazione o modificazione di Quello davanti al quale tremano gli Dei e gli Uomini”, e ci parla del “Grande Oceano dello Spirito, di Brahma”, chiarendo che “Brahma è Spirito, ma Quello, l'Immanifestato, non è Spirito se non Luce Increata”.
Così, dunque, dialetticamente il Maestro Samael ci fa intelligibile questo tema dell’Assoluto e del Relativo, di grande importanza per gli obiettivi che cercano gli studenti della Gnosi, perché nell'ambiente culturale-spirituale dell'epoca moderna esiste un pericolo psicologico che radica nel criterio, diffuso per certo, secondo il quale non "è possibile arrivare alla conoscenza assoluta né tanto meno alla perfezione assoluta, totale, radicale e definitiva”.
L'influenza nefasta di questo modo assurdo di pensare, non è stato ancora debitamente soppesato. Tuttavia è contraddittorio l'atteggiamento degli intellettuali, sia religiosi o sia scientifici, perché evidentemente ciò che si cerca sempre con l'educazione e coi sistemi religiosi è quello che loro stessi denominano "l'eccellenza", cioè la perfettibilità del genere umano ed i suoi titoli di nobiltà.
I teologi occidentali, per esempio, purtroppo si sono imbottigliati nel dogma della predestinazione, secondo la quale ed a causa della quale credenza rimane accettata la possibilità di una "santità" o "perfezione assoluta" di certi personaggi eletti o scelti "a priori" dal Buon Dio. Intanto, da un’altra parte, le moltitudini si rifugiano nel "genio e figura fino alla sepoltura", espresso nella raccolta di proverbi spagnoli, oppure giustificano i loro difetti psicologici con la frase "sbagliare è umano"...
“Non esiste nelle correnti gnostiche il dogma della predestinazione. Lo gnostico serio -enfatizza il V.M. Samael Aun Weor- è un eletto a posteriori”, vale dire, è un auto-eletto. A proposito c'è una frase che dice alla lettera: “Dio non ha figli preferiti, Dio è il preferito di alcuni dei suoi figli”.
Sono necessari molti studi riflessivi e molta raffinatezza psicologica e spirituale, reale e cosciente , per potere capire che esiste una Via Diretta che ci porta di ritorno verso l'Assoluto. .
Si vede che, nonostante le genti cercano sempre la stabilità, anelano la cosa imperitura, ciò che abbia continuità, perché -che si voglia o no- tanta relatività causa inquietudine nell'ignorante, mentre lo gnostico o conoscitore si impegna a trascendere la cosa Relativa col proposito di consolidarsi nella cosa Assoluta.